Nei precedenti studi ho imparato come funziona il principio chimico della fotografia analogica,ma non sapevo altro.
Una volta chiuso l'otturatore,si procede coi bagni di sviluppo,arresto e fissaggio in camera oscura.
Per ottenere il positivo è necessario posizionare un foglio di carta fotosensibile vergine(non impressionato) dalla parte dei sali d'argento a contatto con il negativo e posizionare,infine,una lastra di vetro sopra i due fogli in modo da farli aderire completamente.
Ora,invece,dopo l'ultimo lavoro eseguito,ho compreso il principio su cui si basa la fotografia,ovvero quello ottico.
Questa volta volta sono andato a realizzare un foro stenopeico(dal greco "stenos opaios"cioè "dotato di un piccolo foro") che non è altro che una camera oscura su cui è stato praticato un foro.
Per fare ciò è bastato prendere una scatola di biscotti,dipingere completamente di nero l'interno e praticare un piccolissimo foro sul coperchio.Fondamentale poi applicare un otturatore in modo da bloccare il fascio di luce che entra nella camera.
La presenza di questo foro permette l'ingresso,all'interno della camera oscura,di un fascio luminoso che proietta sulla parete opposta rispetto a quella del foro l'immagine della persona,oggetto o del paesaggio che ne è di fronte.
Una volta "caricata la macchina" con un foglio di carta fotosensibile sul fondo della scatola,(al buio a causa delle proprietà dei sali d'argento presenti sul foglio) sono andato a scattare una fotografia vera e propria. E' bastato,tenendola ben ferma,aprire l'otturatore per un tempo impreciso di secondi,lasciando così che il fascio di luce entrasse dal foro e andasse ad impressionare il foglio di carta fotosensibile.
Questo passaggio non può essere stabilito precisamente,ma viene fatto "ad occhio" in quanto il tempo di esposizione viene definito dal quantitativo di luce presente in quel momento,ma anche dal soggetto da fotografare e dalla sua distanza dalla macchina.
Questa volta,però,l'immagine salta fuori capovolta,invertita e soprattutto in negativo.
L'immagine si presenta in queste condizioni in quanto non essendoci un pentaprisma nella "scatola-macchina"(lo stesso lavoro che compie il nostro cervello),l'immagine risulta la stessa cui vede,in realtà,il nostro occhio(capovolta e invertita);mentre il negativo della foto è presente poiché,semplicemente,le parti più chiare del mio istante appena immortalato,hanno impressionato maggiormente il foglio:
di conseguenza questi punti più chiari nella realtà si presentano più scuri nella foto.
Per ottenere il positivo è necessario posizionare un foglio di carta fotosensibile vergine(non impressionato) dalla parte dei sali d'argento a contatto con il negativo e posizionare,infine,una lastra di vetro sopra i due fogli in modo da farli aderire completamente.
Una volta eseguito questo primo passaggio,si vanno ad esporre alla luce i due fogli per un tempo variabile a seconda del tipo di foto scattata.
A questo punto si sottopone il secondo foglio di carta al trattamento dei bagli di sviluppo arresto e fissaggio per ottenere il positivo della mia foto.
Con questa stampa a contatto,la luce che colpisce il negativo passa sul secondo foglio(vergine) con grande facilità sulle parti chiare,che diventeranno più scure e con più difficoltà sulle parti scure,dove diventeranno più scure.
In più ,mettendo a contatto a contatto i due fogli,ciò che nel negativo era a destra tornerà a sinistra(come deve essere) e viceversa,ottenendo così i positivo della foto scattata.